G8 conferenza sulla violenza sulle donne.

La conferenza sulla violenza sulle donne tenuta alla Farnesina il 9 e 10 settembre '09 nell'ambito del G8 si è rivelata l'ennesima inutile passerella di politicanti e venditori di fumo (cattivo) che non servirà a risolvere nessun problema, né tanto meno a fermare la violenza contro le donne. Del resto i famosi incontri dei vari G7, G8, G20 non hanno mai risolto nessun problema, anzi hanno contribuito ad aggravare la situazione di miseria e di sfruttamento dei paesi più poveri, rivelandosi occasioni per fare buoni affari per i paesi più ricchi. E' buffo notare che tale conferenza sia stata promossa dalla rappresentante più glamour del governo italiano. Certamente la poverina deve intendersene di violenza contro le donne, sappiamo bene a quale prezzo sia diventata ministra. Una che per farsi avanti nella vita ha dovuto sudare in palestra, nei beauty center, dal chirurgo plastico, nei letti e sui divani, certamente ha tutti i titoli per parlare a nome di milioni di donne uccise, stuprate, ridotte in schiavitù, in miseria, tenute nell'ignoranza, annullate dentro sacchi informi, mutilate. Fa ridere il grido d’allarme della rappresentante di un governo che, per ingraziarsi il Vaticano, attenta continuamente alla libertà delle donne su diritti duramente conquistati come l'aborto, che chiude servizi e consultori, che crea disoccupazione. L' idea di fare indossare ai partecipanti all'assemblea dei braccialetti bianchi o, l'invito a vestirsi di bianco rivolto negli spot televisivi, fanno ridere ancora di più. Come se bastasse mettersi qualcosa di bianco addosso per fermare la violenza o distruggere secoli e secoli di cultura maschilista e patriarcale. L'aumento della violenza in Italia negli ultimi tempi, non riguarda solo le donne, ma essa è rivolta contro gli omosessuali e i migranti. Tutte categorie giudicate deboli e sottoprodotti. Dalla cultura razzista, antifemminista ed omofoba che credevamo ormai minoritaria ma che con la crisi economica e, soprattutto, con il contributo dello style of lif e sponsorizzato dal dittatorello da operetta, riempie ogni giorno i fatti di cronaca.
Tra le iniziative di questo G8 vi è stata anche una colazione di lavoro con i Paesi partner per discutere il bando delle mutilazioni genitali femminili. Ora, sappiamo bene che certe iniziative per avere successo hanno bisogno di finanziamenti generosi per permettere alle donne dei paesi poveri di ricevere istruzione adeguata, cure mediche, sostegno per conquistare un minimo di indipendenza economica che le metta al riparo dalla dipendenza totale dai maschi. Bene il governo italiano, promotore dell'iniziativa mette solo le briciole. In compenso, però, il munifico Berluscapappo ha speso una cifra incredibile per i regali ai potenti della terra intervenuti all'Aquila, mettendoli pure in imbarazzo (vedi il caso del primo ministro canadese). Con quella cifra si sarebbero potuto finanziare progetti utili alle donne e ai bambini delle zone disastrate del mondo. Daniela Colombo, presidente di Aidos, l'ong italiana più antica nella lotta contro mutilazioni genitali e violenze di genere,ha criticato duramente l'ipocrisia e la tirchieria del governo italiano, che ha destinato solo 500mila euro alle agenzie ONU dedicate, UNFPA e UNFEM. Inoltre, ha denunciato la mancata partecipazione di donne veramente rappresentative di movimenti e reti attive nella difesa dei diritti di genere, e l'invito, invece, rivolto all'intellettuale iraniana Manda Zand Ervin “che ha collaborato con l'amministrazione Bush contro il suo Governo, e' fuori dal Paese da oltre 40 anni, che cosa ha da condividere sulle lotte che le altre stanno conducendo in patria e' ancora tutto da capire''. Infatti, non capiamo. E' ancora troppo viva nei nostri occhi l'immagine di Neda e la rabbia di tutte le donne iraniane stuprate e torturate dal regime. Nei regimi totalitari le donne subiscono una doppia violenza: dallo stato e dai familiari o conoscenti; nei paesi in guerra anche dai soldati che le considerano prede naturali a loro dovute; nei paesi cosiddetti avanzati le donne hanno più probabilità di essere uccise o violentate dai mariti o dai fidanzati che da uno sconosciuto. Le cifre sono impressionanti, da guerra non dichiarata. Il fallimento delle leggi repressive è palese perché essenzialmente si tratta di un problema culturale. La cultura patriarcale non è mai morta, non è mai stata realmente sconfitta. L' appello rivolto ai mezzi di comunicazione e di informazione nel documento finale della Conferenza, ''affinché svolgano pienamente il loro ruolo centrale nel promuovere l'abbandono di stereotipi sociali degradanti e l'immagine della donna come protagonista ed artefice del progresso delle comunità'', la ministra italiana dovrebbe rivolgerlo al suo adorato presidente che con le sue televisioni e i suoi giornali ha contribuito pesantemente a degradare ed umiliare l'immagine della donna italiana riducendola a quella di una bambola gonfiabile tutta culo, labbroni e tettone, desiderosa di sesso e disposta a tutto pur di apparire. Il fenomeno delle veline e delle escort di lusso, aspiranti parlamentari, è un fenomeno tutto berlusconiano. Dobbiamo a lui se invece di interessarsi delle donne reali che ogni giorno devono lottare per affermare i loro diritti o per tirare avanti le loro famiglie, strette nella morsa della crisi economica che per molte di loro non sembra mai aver fine, i mezzi di comunicazione si interessano alle signorine che allietano i suoi giorni e le sue notti di vecchio libidinoso. Ciò che fa male è sapere che questo modello riscuote un successo trasversale e non indigna le donne come dovrebbe. Nel vuoto assoluto lasciato dalla fine dei grandi movimenti di massa, nel trionfo dei valori consumistici che investe non solo il consumo delle merci ma le stesse persone, le donne e non solo, ma anche i bambini (la pedofilia è aumentata in maniera esponenziale), sono considerate beni di consumo da possedere ad ogni costo. E i modelli offerti dai mass media, a cui molte donne si piegano invece di ribellarsi, contribuiscono a rafforzare questa idea aberrante. La bellezza sfacciata, costruita, esibita finisce per trasformarsi in bruttura pornografica. Il porno non ha niente da spartire con la sensualità, è semplicemente volgare, uso dei corpi, dei genitali, soddisfazione istantanea di bisogni primari, violenza. Infatti, ad essere stuprate non sono solo donne giovani e belle ma anche donne anziane, che spesso devono subire, pure, pesanti ironie.
Nel documento finale del summit tutti i presenti hanno espresso le loro buone intenzioni che non troveranno seguito nella pratica. Le buone intenzioni non costano nulla e fanno sentire più buoni chi le esprime. Ma milioni di donne nel mondo attendono giustizia e rispetto, lottano ogni giorno rischiando la vita. Basti pensare alle donne afghane, africane, a tutte quelle che vivono nei regimi totalitari, nei paesi musulmani. Solo se tutte troveremo la forza ed il coraggio di ribellarci ai nostri aguzzini potremo conquistare diritti e libertà rovesciando una società che è nostra nemica.

VIVA L'ANARCOFEMMINISMO! LODE ALLE DONNE RIBELLI!

Una individualità Anarchica siciliana