Un altro anarchico morto.

Sono tanti, lo ricordiamo, i compagni e le compagne morti e morte nel nome dell'idea in cui credevano. Un'idea di eguaglianza e di libertà, un idea che ha portato la scomparsa prematura di tante, troppe, persone. Compagni come Sacco e Vanzetti, mandati a morte per una colpa, che come loro spessi affermarono, effettivamente avevano e si riconoscevano, quella di essere Anarchici. Compagni precipitati dalle finestre di una questura durante gli interrogatori, come Giuseppe Pinelli, o ancora prima Andrea Salsedo, compagno di lotta di Sacco e Vanzetti. Anarchici pestati dalla celere e poi morti in carcere, per dei malori legati ai pestaggi come Franco Serantini. Tutti fatti misteriosi, che di misterioso non hanno nulla, e la cui conclusione non si è mai vista perchè insabbiata ad arte dai potenti apparati dello Stato, mandante ed esecutore tramite i suoi adepti di tali omicidi. Fatti più o meno recenti, più o meno antichi, ma mai dimenticati e mai affrancati, da chi fa della lotta di classe e della lotta per una società nuova, più equa e più giusta, una società di liberi e libere, di eguali, uno scopo di vita. Non abbiamo mai scordato e mai scorderemo tutti quei compagni che hanno versato il loro sangue in nome dell'Anarchia e dell'ideale. E oggi in questo 2009 abbiamo un'altro nome d'aggiungere all'elenco già troppo lungo e insanguinato degli omicidi, questo nome è Francesco Mastrogiovanni. Francesco aveva 58 anni, era maestro elementare, e aveva pagato già in passato per la sua militanza nel movimento anarchico. Era stato coinvolto nel Caso Marini, era stato condannato in primo grado a 3 anni di reclusione e prosciolto in secondo grado. Era stato a lungo perseguitato dalle forze dello Stato che lo avevano costretto più volte al Trattamento Sanitario Obbligatorio, questo aveva lasciato un segno profondo in Francesco. Lui ha trovato la forza di andare avanti, di continuare a lottare, se non altro per costruirsi un futuro, ed era riuscito ad ottenere un posto come maestro di scuola elementare. Poi il 4 agosto mentre era in un villaggio vacanze, l'ennesimo arresto con capo d'imputazione guida contromano in una isola pedonale, e per l'ennesima volta la costrizione di doversi sottoporre a un TSO. Solo che questa volta Francesco non è più uscito dalla clinica di Vallo della Lucania in provincia di Salerno, lui lo aveva detto al momento dell'arresto "se entro in quella clinica mi ammazzano", e aveva ragione. Legato al letto dai polsi, come presentano le ferite, il corpo di Francesco presenta i segni della colluttazione, gli è stato impedito di vedere qualsiasi persona ed è stato detenuto per 4 giorni e al quarto è morto, la causa ufficiale edema polmonare. Un'altra volta, un'altro compagno perseguitato e morto in condizioni misteriose, un'altra volta un processo, aperto con l'accusa di omicidio colposo che pende sulla testa dei medici della clinica psichiatrica, troppe ombre, troppa oscurità. Chissà se vedremo mai la luce in questo ennesimo misterioso caso o se finirà come nei precedenti misteriosi casi che vennero insabbiati. Così come tutti gli altri Compagni che hanno creduto, lottato e militato per l'idea noi Compagno Francesco Mastrogiovanni non ti scorderemo!

Roberto Per la Sezione "Delo Truda" FdCA - Palermo